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Primo semestre in planata
Monitoraggio congiunturale: andamento e prospettive di evoluzione dell'economia ticinese, settembre 2022
La Banca centrale europea, nel suo ultimo bollettino di settembre, sostiene che nonostante la crescita economica del primo semestre sia stata migliore del previsto – grazie agli allentamenti delle misure legati alla pandemia e all’importante ripresa del turismo – le conseguenze economiche della guerra in Ucraina continuano a mitigare le prospettive per l’euro-zona innalzando ulteriormente la pressione inflazionistica. Anche l’economia svizzera ha vissuto un semestre simile, da una parte sorprendentemente positivo, dall’altra parte rallentato dalla guerra in Ucraina e dal rincaro. Secondo la Segreteria di Stato dell’economia (Seco) il prodotto interno lordo dovrebbe crescere del 2,0% nel 2022, contro una crescita del 4,2% nel 2021. Questo rallentamento, che era ancora poco evidente nei dati del primo trimestre, sta prendendo sempre più forma. Il rallentamento è già diventato un calo in alcune statistiche, come ad esempio nei dati riguardanti al commercio estero o in quelli relativi ai consumi.
Il rallentamento economico trova invece meno riscontri nelle statistiche inerenti al mercato del lavoro: impieghi e occupazione sono ancora in aumento e la disoccupazione in calo. Nei dettagli affiorano però anche dei segnali meno incoraggianti, come la conferma di un aumento dell’inattività tanto in Svizzera quanto in Ticino.
In proiezione, secondo lo scenario “base”, l’economia rallenterà nel 2023 e il tasso di crescita del PIL sarà dell’1,1%. La decelerazione della crescita economica abbinata al rincaro, atteso al di là del 2,0% per ancora diversi mesi, potrebbe avere degli effetti più marcati anche sull’evoluzione degli impieghi e dell’occupazione.
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