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Ripartenza: a dita incrociate
Monitoraggio congiunturale: andamento e prospettive di evoluzione dell'economia ticinese, settembre 2020
“Vivre avec l’incertitude”. Così titola il rapporto intermedio relativo alle prospettive economiche dell’OCSE. In sintesi, l’Organizzazione internazionale rivede al rialzo le stime e gli scenari proposti in giugno, ma ribadisce, che la crisi ha causato degli choc senza precedenti. Di fronte a dei livelli di fiducia così fragili, all’incertezza diffusa e al deterioramento dei margini di reddittività delle aziende, l’OCSE suggerisce che sarà fondamentale che in tutti i Paesi siano mantenuti gli aiuti finanziari che sinora hanno permesso di sostenere i redditi e, di conseguenza, consumi e produzione. In Svizzera, la Segreteria di Stato dell’economia (Seco) ha pure corretto al rialzo la propria stima relativa all’evoluzione del PIL per il 2020, portandola da -6,2% a -5,0%. Questa correzione al rialzo trova concretezza in alcuni indicatori mensili, come: le immatricolazioni di auto nuove, le esportazioni e i pernottamenti. Gli ultimi dati di queste statistiche denotano dei miglioramenti, sia a livello nazionale che cantonale, e lasciano ipotizzare che il momento peggiore della crisi sia alle spalle. Meno netta la lettura dei dati sul fronte del mercato del lavoro. Da una parte alcuni indicatori sono diventati negativi, dall’altra c’è la sensazione che la situazione potrebbe peggiorare ulteriormente nei prossimi mesi. A livello cantonale sono già in tendenza negativa tanto gli indicatori relativi agli impieghi e all’occupazione quanto quelli inerenti alla disoccupazione. All’incognita relativa agli effetti totali della crisi pandemica sull’economia si aggiunge il timore, non solo a livello cantonale, relativo all’evolversi della pandemia e alla possibile reintroduzione delle dovute misure di contenimento.
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